“The House of the Farmer”, la nuova opera dell’artista britannico Mike Nelson, a cura di Didi Bozzini, dal 24 settembre 2021 a Palazzo dell’Agricoltore a Parma si presenta come un lavoro monumentale, viscerale e poetico che occupa tutti i piani dell’edificio sito nel cuore della città.
La mostra affonda le radici nella storia dell’edificio riflettendo sul ruolo politico, economico e sociale ricoperto in 82 anni dalla costruzione avvenuta nel 1939 e ancora oggi testimoniato dal nome, Palazzo dell’Agricoltore, e dal titolo della mostra, The House of the Farmer.
A seguito del successo della prima edizione della prima visita, mercoledì 16 marzo, dalle ore 17 alle ore 19, l’Ordine degli Architetti di Parma organizza una nuova visita guidata gratuita per gli iscritti.
La visita permetterà di scoprire la storia del palazzo che la ospita, sorto nel 1939 come sede della corporazione incaricata di dirigere le attività agricole sotto il regime fascista. Seguendo le opere create dall’artista britannico Mike Nelson, sarà possibile attraversare tutti i piani dell’edificio, la cui immagine è stata ridisegnata per divenire una scultura in sé. Guiderà la visita il consigliere dell’Ordine Architetti di Parma Eleonora Caggiati.
Evento gratuito
2 cfp
Iscrizioni su Im@teria
Obbligatori: utilizzo di mascherina e presentazione del green pass
Il Palazzo dell’Agricoltore
Il Palazzo fu sede della corporazione che costituiva l’organo di direzione delle attività agricole sotto il governo del regime fascista, vale a dire il luogo in cui il lavoro dell’uomo sulla natura veniva trasformato in esercizio del potere politico. In questo contesto l’installazione di Nelson è stata ideata per condurre il visitatore attraverso l’intero spazio ridisegnando l’immagine dell’edificio come una scultura in sè. La scala e il pavimento imponente e ripetitivo, tipici di tali edifici burocratici, sono stati cadenzati dagli interventi di Nelson realizzati con materiali naturali presi da un terreno bonificato di dimensioni proporzionate al palazzo. Un intero paesaggio selvaggio alle porte della città — ripulito dai materiali che rendono più difficile la pratica dell’agricoltura quali rocce, tronchi d’albero, rami e radici, l’intero fianco di una collina — è stato spostato all’interno dell’edificio per diventare parte integrante della sua struttura, della sua architettura. Questa rete di tracce visive, evocativa, ma non descrittiva, traccia un percorso mentale e materiale nella memoria, tra riflessione e fantasia, tra natura e cultura.
“C’è qualcosa di molto viscerale nello “sgombero” di uno spazio — dichiara Mike Nelson — gli oggetti assumono una particolare urgenza o importanza che fino a quel momento era rimasta sopita. Lo strappo e il prelievo dalla campagna possono essere visti, o sentiti, come un gesto violento in qualche modo in linea con il rapporto dell’edificio con un passato totalitario e un promemoria della disumanizzazione dell’agricoltura da parte della meccanizzazione nel XX secolo e dei mali ambientali che ne sono derivati. Il recupero di questi elementi naturali, ostracizzati a causa della loro ostruzione all’agricoltura, sembra stranamente commovente in un simile edificio. Artisticamente le forme naturali incorniciate contro le linee severe e brutali dell’architettura del palazzo si completeranno, le impiallacciature e i pavimenti in marmo guarderanno e sosterranno i loro parenti indisciplinati: le rocce sparse sul pavimento. Mentre le pesanti porte di legno faranno da guardia ai rami contorti e alle radici degli alberi, di cui sono fatti”.
Con “The House of the Farmer” — che Didi Bozzini visualizza come una “promenade” attraverso un’opera da percorrere integralmente per essere compresa — si apre dunque una nuova stagione per il Palazzo, proiettata verso l’accoglienza, l’empatia, la cultura. Valori rigenerativi che con Mike Nelson mettono radici a Parma e che oggi — agli albori di un processo di restyling che porterà nel 2024 alla trasformazione del palazzo in un “Hotel Rigenerativo”, vero e proprio volano per la città e il territorio in grado di catalizzare persone, cultura, artigianato, valori positivi e socializzazione attorno a un nuovo concetto esperienziale — riportano la Natura all’interno del Palazzo dell’Agricoltore.
Mike Nelson
Nato nel 1967 a Loughborough (Inghilterra), oggi vive e lavora a Londra.
Mike Nelson è un artista britannico contemporaneo la cui pratica artistica improntata alla realizzazione di installazioni site-specific che esistono solo per il tempo della mostra. Si tratta di labirinti in cui lo spettatore è libero di orientarsi e in cui è spesso difficile determinare la posizione dell’ingresso e dell’uscita.
L’installazione “The Coral Reef” (2000) — un dedalo di quindici stanze e un labirinto di corridoi realizzata alla Matt’s Gallery — gli è valsa la nomination al Turner Prize nel 2001. Nelson è stato nominato una seconda volta per il Tuner Prize nel 2007. Nel 2011 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia. Nel 2018 è stato insignito del Charles Wollaston Award Summer Exhibition, Royal Academy of Arts.
Tra le mostre personali si ricordano nel 2001 ‘The Deliverance and The Patience’, Peer Commission per la Biennale di Venezia all’isola della Giudecca a Venezia e ‘Nothing is True. Everything is Permitted’ all’Institute of Contemporary Art di Londra [UK]; nel 2016 “Cloak” al Nouveau Mus e National de Monaco, Offsite project – UBS building di Monaco e le più recenti ‘The Asset Strippers’ che da marzo a ottobre 2019 ha trasformato le Duveen Galleries alla Tate Britain di Londra e ‘L’Atteso’ ospitata nel 2018 alle Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino.
Tra le mostre collettive si ricordano nel 2008 ‘Eclipse – Art in a Dark Age’ al Moderna Museet di Stoccolma in Svezia e ‘Psycho Buildings – Artists and Architecture’ alla Hayward Gallery di Londra [UK], nel 2009 ‘Altermodern’ alla Tate Triennial, Tate Britain di Londra [UK]
Mike Nelson è rappresentato in Italia dalla Galleria Franco Noero di Torino.