Il Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Area delle Rappresentazione, dell’Università di Parma in collaborazione con l’Ordine Architetti PPC di Parma organizza per il giorno 29 marzo dalle ore 17.00 alle 19.00 un incontro sulla vicenda inerente la realizzazione dei Capannoni realizzati a Parma nei primi anni ’30 del novecento. La conferenza dal titolo “L’Architettura dei Capannoni” è realizzata in concomitanza della mostra “I capannoni a Parma – Storie di città e di persone “, realizzata con Centro Studi Movimenti ed il contributo di Comune di Parma, Mibact e Regione Emilia-Romagna.
Nell’incontro si analizzeranno le vicende architettoniche ed urbanistiche che hanno condotto la città di Parma tra fine ottocento e l’inizio del XX secolo ad arrivare alla realizzazione prima dei Piani di Risanamento in epoca fascista, poi alla realizzazione dei Capannoni, fino alla loro sostituzione ed al condizionamento degli stessi sulla città contemporanea.
L’origine dei Capannoni è infatti intimamente legata a un momento specifico della storia di Parma: allo sventramento del “riottoso” Oltretorrente (“colpevole” delle Barricate del 1922) da parte del regime fascista e al conseguente spostamento di molte famiglie in caseggiati ultrapopolari dalla forma a capanna (di qui il nome) in zone periferiche (a sud Via Navetta, a ovest il Cornocchio, a nord Via Verona, Via Venezia, Via Toscana, il Paullo, ad est il Castelletto; tutte aree di bassissimo valore economico).
Tanti alloggi affiancati, sormontati da un unico tetto a due falde (a capanna appunto): moduli abitativi per 4-6 persone di dimensioni molto ridotte (4,5 m x 5 m), dotati solo di una stufa e inizialmente senza acqua corrente (4 lavatoi e quattro latrine erano poste all’esterno, alla fine dell’edificio, a servizio di oltre 20/22 alloggi).
I relatori dell’incontro saranno i componenti del gruppo di docenti che hanno condotto la ricerca, affrontata attraverso l’analisi e l’elaborazione di un amplissimo apparato storico-iconografico: Paolo Giandebiaggi, Chiara Vernizzi, Andrea Zerbi, Maria Evelina Melley, Andrea Maiocchi, Sandra Mikolajewska, Alessandra Gravante, e l’arch. Virginia Villani.
Le relazioni affronteranno il tema dei Capannoni di Parma come una lezione urbanistica da non dimenticare.
È indubbio, infatti, che molti degli insediamenti popolari del dopoguerra siano stati collocati nei siti in cui furono costruiti precedentemente i Capannoni o nelle loro immediate vicinanze, e la rappresentazione grafica delle sovrapposizioni urbanistiche è lì a dimostrarlo.
Le Amministrazioni Comunali succedutesi dopo la Liberazione si faranno carico poi della “vergogna dei Capannoni” anche se, viste le difficoltà economiche del Paese, sarà necessario attendere il 1957-58 per vedere realizzate le prime case popolari che consentiranno la progressiva demolizione dei Capannoni, e la sistemazione delle persone in alloggi dotati finalmente di cucina e di bagno completamente allestito.
L’incontro avverrà nella sala convegni posta a fianco della mostra, aperta fino al 25 Aprile, in cui si trovano un’ampia carrellata di disegni, progetti, piani urbanistici e immagini di architettura, molte delle quali provenienti dall’Archivio Storico Comunale e dall’Archivio di Stato, e la ricostruzione in scala 1:1 di un alloggio arredato, per rendere ancora più realistica l’esperienza espositiva.
Per architetti:
Iscrizioni su Im@teria
CFP: 2
Nel rispetto della normativa anticovid si ricorda che per la partecipazione all’evento è richiesto il green pass e l’utilizzo della mascherina