I confini dell’archivio

Cosa vuol dire archiviare? Vuol dire tenere memoria mediante la conservazione del bene. Il bene dell’architetto è il progetto che si racconta soprattutto attraverso il disegno. Fino alla fine del secolo scorso il disegno era su carta, di vario tipo ma carta, che quindi per essere conservata oggi ha bisogno di spazio. Gli architetti del 900 sono gli ultimi che richiedono spazio.

Possono gli Ordini professionali farsi carico di questo patrimonio? Sarebbe importante che gli architetti avessero nel proprio territorio uno spazio fisico o digitale su cui fare conto, in cui essere sicuri che il lavoro o parte di esso non verrà dimenticato, ma potrà essere visionato e studiato dalle generazioni future.

Ho partecipato di recente a un seminario di studi tenuto da docenti di storia dell’architettura contemporanea di varie facoltà presso lo CSAC di Parma sulle figure di Ignazio Gardella, Roberto Menghi, Luigi Vietti. L’Archivio conserva l’immenso patrimonio, lascito delle rispettive famiglie: una quantità di schizzi e disegni tecnici che hanno rivelato e permesso osservazioni e studi ancora inediti su queste importanti figure del panorama architettonico italiano del ‘900. Si è da poco tenuta la IX Giornata Nazionale degli Archivi di Architettura, archivi che sono conservati in sedi molto differenti: Fondazioni, Biblioteche, Università, Ministeri, Musei ecc. Questa giornata vuole costruire un dialogo tra le collezioni e le attività di diverse istituzioni. 

Ci piacerebbe che un domani (e anche per questo si sta concretizzando l’idea di una nuova sede) anche l’Ordine potesse mettere a disposizione degli architetti parmigiani spazi per cominciare ad archiviare il loro patrimonio. Certo serve un progetto e non è una cosa semplice, ma cominciare a pensarci è doveroso. L’Ordine di Bologna possiede l’archivio di importanti architetti del ‘900: è già consultabile su appuntamento e gli elenchi sono on-line dal 2016. L’Ordine di Milano non possiede archivi, ma conserva tutta la produzione documentaria (mostre, film, convegni) che promuove, così da essere un riferimento per documentare le trasformazioni del territorio lombardo degli ultimi decenni.

Sarebbe interessante anche avviare una collaborazione con Archivi nazionali più importanti come lo Csac, che abbiamo la fortuna di avere sul nostro territorio. Come si inizia ad archiviare e con quali criteri? Cosa vogliamo archiviare? Credo sia giusto rifletterci e, a questo proposito, aprire un dialogo con i colleghi parmensi che si occupano di storia dell’architettura per raccogliere idee in previsione di futuri sviluppi.

Maria Paola Bezza

info.bezza@studiobfg.net

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