Anche quest’anno abbiamo rispettato la tradizione del viaggio dell’Ordine, e dopo la Sicilia e il Portogallo, ci voleva proprio una full-immersion nell’architettura contemporanea. La scelta è caduta quindi sulla città di uno degli studi più all’avanguardia in Europa: la Basilea di Herzog & De Meuron.
Ero stato a Basilea di sfuggita, 2 anni fa con Chiara, per il concerto degli XX, e avevamo visitato il centro e un paio di interventi. Quando con Daniele Pezzali ci siamo seduti al tavolo per stilare il programma ci siamo messi le mani nei capelli: non sapevamo da dove iniziare e soprattutto cosa vedere e cosa “sacrificare”.
Durante il viaggio abbiamo fatto tappa a Bellinzona dove Giacomo Brenna (Lopes/Brenna) ci ha accompagnato a visitare il Castello e la “Piazza del Sole” dell’architetto svizzero Livio Vacchini. Quindi il Museo La Congiunta a Giornico di Peter Märkli (1992), che ospita i rilievi e le sculture dell’artista Hans Josephsohn: un esempio di modellazione del cemento armato, un profondo ragionamento sul rapporto dell’architettura con la scultura e le arti plastiche.
La prima tappa a Basilea è stata la Messe di HdM, ultimata di recente. Un cono di luce attraversa la piazza centrale e insieme alle luci artificiali si crea un fantastico gioco di colori sul rivestimento ad alveare in alluminio della facciata. Da Hansburg poi ci siamo rifocillati con il tipico Rosti di patate e wurstel.
Il giorno dopo, sveglia all’alba e dritti alla fondazione Beyeler di Renzo Piano, la meta che ho amato di più. Ero talmente intento a fotografarne i particolari, il giardino e la bellissima interazione tra esterno e interno che mi sono quasi dimenticato della splendida collezione con Van Gogh, Renoir e altri grandi.
Basilea fortunatamente si gira facilmente con i mezzi pubblici, dove non si arriva a piedi o in bici.
A pranzo poi siamo stati al Kunstmuseum, con l’interessante ampliamento di Christ & Gantenbein, per proseguire poi con una visita guidata alla Torre Roche, l’edificio più alto della svizzera e uno dei simboli di Basilea, ad opera ancora di HdM. Una splendida visione panoramica sulla città dal 38° piano a 360°
Domenica al Campus della Vitra, che ha dato la possibilità ad alcuni tra i più famosi architetti del mondo (Siza, Libeskind, Frank Ghery) di sbizzarrirsi, affidando a ognuno la progettazione di un padiglione. E ancora la “Fire Station” di Zaha Hadid (sua opera prima) e la Casa del Silenzio di Tadao Ando (suo primo intervento in Europa), lo stabilimento industriale dello studio Sanaa. Non poteva mancare la visita al museo della sedia e al bellissimo showroom progettati entrambi con stili diversi da HdM.
Rientrati in città il tempo ci è stato avverso ma, dopo una visita al Museo della collezione dell’artista basilese Tinguely, progettato da Mario Botta, siamo comunque riusciti a visitare lo Youth Hostel, progettato da Buchner & Bründler, ottimo esempio di ampliamento e riqualificazione di edifico storico affacciato sul fiume. La sera ci siamo rilassati poi da Tibits, ristorante vegan friendly in pieno centro, che consiglio vivamente.
Sulla via del rientro ci siamo fermati a Lucerna, un gioiellino per turisti, dove ci aspettava Alice Busani, collega parmigiana che da anni lavora nello studio di Iwan Buhler. Dopo una visita nel piccolo centro e un’occhiata alla KKL di Jean Nouvel e alla Stazione di Calatrava, Alice ci ha portati allo Stadio, recentemente realizzato dallo stesso Iwan Buhler con Daniel Marques. Un piccolo impianto a basso impatto ambientale, con un centro sportivo pubblico e due edifici per appartamenti. L’intero intervento è rivestito da una membrana di alluminio a effetto dorato che ben si sposa con il verde circostante.
Non poteva mancare la foto di rito a bordo campo!
Pietro Cattabiani