A scuola da Reggio Children: a breve il corso

“L’educazione è un fatto di interazioni complesse, molte delle quali si verificano solo se anche l’ambiente vi partecipa. Qualcuno ha scritto che l’ambiente deve essere una specie di acquario dove si rispecchiano le idee, la moralità, gli atteggiamenti, le culture delle persone che ci vivono. Noi abbiamo cercato di andare in questa direzione.”

Loris Malaguzzi, in “I cento linguaggi dei bambini”, di Edwards, Gandini e Forman, Edizioni Junior, 1995

Un importante corso di formazione sulla progettazione degli spazi educativi da 0 a 11 anni si terrà a Parma a fine settembre. Il corso sarà realizzato in collaborazione con Reggio Children, realtà educativa diffusa ormai in tutto il mondo.

Storia di una scoperta

Quando ho visitato per la prima volta la sede di Reggio Children a Reggio Emilia, nel retro della stazione ferroviaria, mi sono trovata con meraviglia a respirare un’atmosfera da grande città metropolitana. Si sa, noi parmigiani ci siamo sempre sentiti meno piccoli, meno provinciali dei nostri confinanti reggiani… E non aggiungo altro. 

L’associazione Reggio Children, nata nel 1994 su iniziativa di Loris Malaguzzi e su sollecitazione di un comitato di cittadini, si definisce “Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine”.

I suoi spazi, creati attraverso il recupero degli edifici industriali ex Locatelli, ospitano gli Atelier Cittadini, laboratori di ricerca e formazione dove si sperimenta e si costruisce conoscenza esercitando il pensiero creativo, una sala mostre, il centro documentazione e ricerca educativa dei nidi e delle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia, un auditorium con 500 posti a sedere, caffetteria, ristorante e bookfoodshop, oltre agli uffici amministrativi.

Reggio Children è ormai nota a livello nazionale. Non credo però he sia nota a tutti la diffusione a livello mondiale dei principi e dei contenuti pedagogici che ne sono alla base. Una rete internazionale che vede coinvolti ben 32 paesi e che s’impegna a mantenere la centralità del Reggio Emilia approach.

Tra le tematiche principali, oltre alla valorizzazione di scambi formativi di diversi contesti nazionali e internazionali, oltre alla ricerca di opportunità che nascono dall’uso di nuove tecnologie in contesti educativi, particolare importanza riveste il rapporto tra pedagogia e architettura.

Dagli anni ’70 a oggi a Reggio Emilia è stato ricercato e praticato il confronto-incontro tra pedagogia, architettura, design e norme sulla sicurezza e la salute. Tale dialogo ha generato una preziosa cultura dell’abitare che è parte integrante dell’educazione.

Quello che sarà organizzato in settembre dall’Ordine di Parma e da Reggio Children sarà un corso ‘interattivo’ per favorire la ricerca comune tra architettura e pedagogia, mettendo in dialogo molteplici linguaggi e ricercando contaminazioni e confronti anche con altre discipline. L’obiettivo è quello di indicare preziosi criteri generali e strumenti di analisi per progettare gli spazi educativi, attraverso una lettura critica delle esperienze maturate dai nidi e dalle scuole dell’infanzia e primarie del Comune di Reggio Emilia.

Insomma, il detto parmigiano “reggiani testa quadra” andrebbe a mio avviso modificato in “reggiani, a testa alta!

Cecilia Merighi

archimeri.ce@artinmente.eu

Articolo precedenteComune di Parma: al via la riorganizzazione del Settore Sportello Attività produttive ed Edilizia
Articolo successivoCorso itinerante: Due cantieri a confronto tra integrazioni e sostituzioni i pinnacoli del Battistero di Parma e le torri del Duomo di Fidenza